Hotel e Spa Design, nuove idee per ospitalità e benessere

“IO NON HO PAURA”

I’m not afraid” – Octavia Blake –
Hai visto la serie The 100 su Netflix? Io ho appena iniziato la quarta stagione e mi ha veramente stregato, tanto che ne voglio parlare (Don’t worry: no spoiler!). Ma il motivo non è solo perché amo scrivere anche per me stesso, ma soprattutto perché mi sta trasmettendo una serie di valori che ritengo fondamentali in un momento in cui sia l’hôtellerie e sia il mondo delle SPA stanno soffrendo una “guerra” che sembra difficile da vincere.

Io non ho paura

La situazione continua ad essere delicata, sebbene il mondo sia lentamente ripartito, e lo sgomento di non vedere risultati malgrado gli sforzi fatti per rimettere la macchina in carreggiata, sembra prendere il sopravvento da più parti.
Certo…il mio diavoletto nascosto in fondo all’animo vorrebbe dare una frecciatina a chi non ha voluto seguire i consigli a tempo debito (Leggi: “Il potere delle parole”), ma lo soffochiamo con nuovi buoni propositi.

IL MONDO NEL 2149
Mi permetto un piccolo cappello, prima di arrivare al nocciolo della questione: non posso citare The 100 se non premetto che si tratta di una serie di fantascienza che si svolge 97 anni dopo che una guerra nucleare globale ha colpito la Terra. La vita è continuata solo a bordo di una stazione spaziale sulla quale, però, scarseggia l’ossigeno. Pertanto, viene deciso di inviare 100 ragazzi, condannati per vari crimini, per verificare – come cavie – se il pianeta fosse diventato di nuovo abitabile.
Sulla Terra, i ragazzi si troveranno in un mondo completamente diverso da quello che si sarebbero aspettati: la vita non è sparita, pur essendo cambiata profondamente, selvaggia e piena di pericoli.

LE DONNE
Fin qui, nulla di così coinvolgente rispetto ad altri film di fantascienza – e non è della storia che mi piacerebbe parlare. Eppure, sin dalle prime puntate si sprigiona una forza strana che dimora nelle donne: dalla protagonista Clarke Griffin alla commander Lexa (la mia preferita), dalla “combattente” Octavia Blake all’ingegnere Raven Rayes – solo per citarne alcune – il potere è delle donne, che guidano tutti gli altri con una determinazione che colpisce e lascia senza fiato.

Da sinistra: Raven, Clarke, Lexa, Octavia

In risposta ad eventi nei quali mai si sarebbero mai sognate di trovarsi, il rapporto tra queste donne passa dal conflitto all’amore e diventa esempio di una forza incredibile che trascina gli animi di tutti.
E di fronte ai pericoli che rendono la storia spesso drammatica (per la morte, ahimè, di alcuni dei personaggi a cui ci si affeziona sin dall’inizio), emerge una caratteristica che accompagna sempre queste eroine: l’imperativo di non arrendersi mai!

Non solo: ti puoi immaginare le difficoltà che i personaggi hanno nel cercare semplicemente di sopravvivere sconfiggendo pericoli sempre nuovi, senza avere alcuna soluzione preconfezionata a portata di mano. E qual è il reciproco incitamento? “Ce la faremo, una soluzione esiste sempre, bisogna essere solo capaci di trovarla, anzi, semplicemente, di vederla: è là, davanti ai nostri occhi, anche se non sono abituati a scorgerla immediatamente”.

Queste cose mi hanno fatto molto riflettere, soprattutto perché il pensiero è accompagnato sempre da una serie di affermazioni con una portata così dirompente che la metà basterebbero a farci forza nella vita reale.
Non trovo semplice tradurre, attraverso le parole, le emozioni che mi suscitano le espressioni di coraggio a non arrendersi mai, a non aver paura o a combattere, malgrado le difficoltà.
E in contrasto con queste, mi trovo circondato da un mondo in cui scorgo solo lamenti…

Non so se è questo modo di affrontare le cose nella serie TV che mi esalta o se mi sono completamente fritto il cervello: eppure, sto cominciando ad averne le scatole piene dello sterile pessimismo che mi circonda.
Lo so, e lo continuo a ripetere: non si tratta di nascondere la testa sotto la sabbia e fare finta che tutto vada bene! Assolutamente no!

Lo so, il settore è in difficoltà, in estrema difficoltà, ma che vogliamo fare? Continuiamo a ripetercelo allo specchio? Pensiamo che “mal comune, mezzo gaudio”? Oppure vogliamo pensare in grande, cominciando a fissare obiettivi che non ci saremmo mai immaginati di porre, sì, proprio ora? Obiettivi che sanno di sogni, proprio nel momento in cui ci sembra meno adatto sognare!
Si tratta di rimboccarsi le maniche, di essere proattivi – quante volte l’ho scritto in tre mesi? – di capire che dal lamentarsi continuamente di tutto e di tutti non si guadagna nulla.

Ci sono realtà diverse tra loro nonostante il periodo molto duro per il turismo. Lavoro in un hotel bellissimo sulla costa romagnola dove il mare non è tra i più belli, né tra le maggiori attrazioni del posto…eppure “il romagnolo” (io sono una marchigiana) sa il fatto suo…non piange, non si lamenta ma opera, è attivo, sempre un passo avanti…il mio capo ha lanciato un messaggio forte e chiaro, ha rischiato in prima persona ma ha comunque deciso di riaprire a metà maggio. Il risultato? La nostra occupazione è altissima…
Il post di Marzia Maggi scritto su un gruppo di albergatori su Facebook è il più bello che ho letto in quest’ultimo mese.

FATTI, NON TEORIE!
In questo periodo ho cercato di rendere concrete tante idee, esortando a pensare fuori dagli schemi, a guadagnare un vantaggio competitivo con la comunicazione, a creare valore attraverso la differenziazione, a puntare all’identità, allo sviluppo dell’immagine, ad essere presenti per poter ripartire in pole position. Sono sempre pronto a supportare chi vuole unire le menti per creare il futuro. E con questo, ho citato praticamente tutti i post degli ultimi mesi, che continuo ad invitarti a rileggere.

Leggi anche:
Resilienza
Come decidi di reagire?
Pronti! Progettiamo per il futuro
Come pensare fuori dagli schemi
Identità, immagine e storytelling
Albergatori, è il momento di avere fiducia

Insieme a chi si è fidato e si è affidato, tra tante difficoltà ho trovato una luce in fondo al tunnel, pur provando e riprovando (e riprovando ancora) prima di arrivare ad una soluzione che ci ha preso di sorpresa, premiando la tenacia, e ci ha permesso di respirare. Magari un respiro breve, ma tanto basta ad infondere fiducia in noi stessi e nel futuro.

METTERE UN PIOLO QUADRATO IN UN BUCO ROTONDO
Ti ricordi la frase “[…] Bé, allora inventate come mettere un piolo quadrato in un buco rotondo, e di volata!” Riguardati questo spezzone tratto dal film “Apollo 13

https://youtu.be/uBe-BZMY2nw

In questo periodo ho visto nascere soluzioni inaspettate come fiori in un campo di erbacce, laddove sembrava impossibile trovarne l’ombra. Ho trovato persone che hanno letteralmente inventato cose mai esistite pur di rispondere alle difficoltà e non subirle passivamente.

Chapeau!

Pensi che nessuna di queste si sia sentito depressa nel vedersi sgretolare sotto gli occhi un business tanto faticosamente costruito nel tempo? Pensi che anche a me sia sufficiente pensare positivo per dimenticare tutti i problemi dei mancati pagamenti, dei lavori fermi o delle prospettive azzerate per il prossimo futuro? Eppure, che ci guadagnerei a continuare a prendermela con il cielo?

Ho bisogno di sentirmi vivo e di combattere per fare in modo che il mio mondo sia fatto di emozioni che vadano ben al di là delle situazioni contingenti in cui mi trovo a vivere.

“Life is about more then just surviving” – Clake Griffin

I’M NOT AFRAID
In realtà, possiamo continuare a parlare negativo, criticare, giudicare, sentirci vittime, possiamo pensare a noi stessi nel peggior modo possibile, ma, alla fine, siamo solo noi che decidiamo come reagire. La responsabilità è sulle nostre spalle, sia che ne prendiamo consapevolezza, sia che facciamo finta di nulla girandoci dall’altra parte.

Chissà, un giorno potrò pentirmi di essermi lasciato prendere dai sentimenti e di aver scritto questo post. Non è insolito che scriva per me stesso, ma è raro che decida di pubblicare contenuti così personali, in barba a tutto il lavoro fatto per la SEO da qualche tempo a questa parte.
Se l’ho fatto stavolta è perché spero che qualcuno possa sentirsi incoraggiato a non mollare, malgrado tutto. In questi casi, non c’è nulla di meglio della condivisione…bé, ho cominciato io. Spero di non rimanere il solo a farlo, ma anche fosse, io non ho paura: I don’t really care if nobody else believes, ‘cause I’ve still got a lot of fight left in me” – Fight Song, Rachel Platten

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