Salone internazionale della ceramica per l’architettura e per l’arredo bagno
Bologna, 22-26 settembre 2014
Malgrado il “comprensorio della ceramica” italiana sia il più importante del genere a livello internazionale, ogni anno che passa diventa sempre più difficile lavorare con gli stessi risultati di una volta. E in questi tempi in cui è necessario stringere la cinghia, figuriamoci quanto è difficile organizzare una manifestazione come il Cersaie, così specifica e specializzata.
Le difficoltà sono tangibili e preoccupanti: riduzione degli spazi espositivi per la flessione delle adesioni e diminuzione dei visitatori.
Come reagisce il Cersaie in risposta a questo momento di difficoltà?
Mi aspettavo una risposta a colpi di novità da parte delle aziende, di innovazione delle proposte progettuali, a colpi di soluzioni orientate alla distinzione per emergere dal marasma di prodotti e materiali presenti sul mercato.
Invece, purtroppo, riscontro un appiattimento globale dell’offerta; nulla è riuscito a colpirmi e a trasferirmi sensazioni che mi solleticassero nuove idee e nuovi spunti.
Più che altro, dalle proposte avanzate sono nati dubbi e interrogativi. Un esempio: per quanto riguarda pavimenti e rivestimenti, vincono i grandi formati, presentati da moltissime aziende in allestimenti anche molto eleganti. Ma siamo sicuri che in questo momento di forte contrazione, laddove gli spazi da progettare nelle nostre case, negli ambienti di lavoro e di vita quotidiana sono sempre più piccoli, puntare alle lastre di grande formato sia la scelta giusta?
Le cose più particolari trovate al Cersaie sono le più sofisticate; purtroppo, le più sofisticate sono le più costose. Per questo, la maggior parte delle soluzioni più interessanti sono belle da guardare ma spesso inavvicinabili.
La soluzione che ritengo più ovvia ma non banale (e, purtroppo, non così scontata) non è nel pregio e nel costo di una mattonella o nel design più ardito e costoso di un sanitario. Per avvicinarsi ad un mercato che richiede sempre più bassi costi di fornitura (senza, peraltro, derogare sulla qualità), forse sarebbe necessario pensare meno complicato, utilizzare materiali e soluzioni semplici ma in maniera nuova e non convenzionale: giocare sui formati, sui colori, sulle modalità di posa. Perché non si trova nulla che possa suggerire al visitatore come ambientare i materiali, seppure nella loro semplicità, sfruttandone le caratteristiche per generare immagini nuove nelle nostre case?