Hotel e Spa Design, nuove idee per ospitalità e benessere

UNA GIORNATA ALLA SPA

Estate, tempo di relax, tempo di benessere.
Come non approfittare per godere dei servizi che passo tutto l’anno a progettare?
Un soggiorno in Trentino ha rappresentato l’occasione per conoscere e testare da vicino una delle realtà più illustri del settore in Italia, grazie ad una giornata alla SPA nel QC Terme Dolomiti della val di Fassa, che mi ha dato mille spunti su cui riflettere.

Una giornata alla SPA

Eh, già, come sanno tutti coloro che lavorano nell’hôtellerie e nel benessere, un soggiorno in hotel o una giornata alla SPA non sono mai prive del tutto dell’aspetto lavorativo, che difficilmente rimane fuori della porta.
In realtà, per realizzare centri wellness all’avanguardia è fondamentale sapere bene ciò che offre il mercato. Per quanto mi riguarda, per fortuna, questo si sposa con la continua fame di conoscenza: capire e vivere ambienti, prodotti e servizi presenti nel settore è l’unico vero modo per poter fare, poi, quel passo in più e garantire ai clienti un’innovazione sostenibile, intendendo con questo termine le novità che non sono campate in aria tanto per presentare cose nuove.

PERCORSI BENESSERE
Premetto che questo articolo non vuole essere una recensione “da influencer” – in positivo o in negativo – del QC Terme, ma solo un insieme di riflessioni costruttive nate da una giornata che, alla fine, è stata decisamente piacevole e piena di benessere.
Questo risultato, però, è dovuto principalmente alla mia cultura di partenza, che mi ha permesso di vivere i percorsi in maniera veramente corretta.
Infatti, sappiamo che la successione dei servizi per godere appieno del benessere non è casuale ma frutto dell’avvicendamento di momenti ben precisi che si basano, soprattutto, su un’attenta alternanza caldo-freddo.

Nessuno, ahimè, ti spiega queste cose, né la distribuzione degli spazi (l’aspetto più carente del complesso, a mio avviso) ti guida in questo.
Non basta lo sforzo di mettere le istruzioni fuori di ogni cabina – peraltro fondamentali per far capire alle persone quanto tempo stare all’interno, se entrare con il telo o no, ecc. – perché la gente è pigra e non legge o legge pochissimo.
La frenesia nel provare tutti i servizi offerti è sicuramente l’atteggiamento più comune delle persone che, piuttosto che dedicarsi a capire come ottenere il maggior benessere dal percorso nella SPA, si preoccupano di provare qualsiasi tipo di servizio presente.
E, nello specifico caso, il QC Terme di servizi ne ha veramente in grande quantità e ben assortiti: altro che una giornata alla SPA, sarebbe il caso di pensare a pacchetti settimanali…

Leggi anche “La dimensione ludica del benessere

CALDO FREDDO CALDO FREDDO
Ho trovato grandissimo giovamento nell’alternanza tra il caldo del bagno di vapore – tra i miei servizi preferiti – e il freddo della successiva doccia, che ho avuto il coraggio di fare utilizzando il secchio di acqua fredda scaricato sulla testa in maniera decisamente masochistica.
Un’esperienza che, per i più, è solo una sfida di resistenza o una prova di coraggio piuttosto che uno dei momenti fondamentali del percorso benessere.

La stessa cosa posso dirla del percorso sauna. Delle tante presenti nel centro, alle varie temperature, ho apprezzato moltissimo quella aperta sul parco termale tramite una vetrata che permette di affacciarsi non solo sulla zona delle vasche, ma sulla meravigliosa montagna che circonda il complesso.
Dopo la sauna, un “tuffo” nella vasca di acqua gelata ha rappresentato una sferzata di energia pura.
Alla fine, il vero benessere è nato dall’insieme dei vari momenti, compreso il successivo relax che ha permesso al corpo di godere appieno del percorso appena svolto.

RELAX
Nella giornata soleggiata che ho passato al complesso, la zona all’aperto – un vasto prato che circonda la grande vasca idromassaggio – ha rappresentato l’area di riposo naturale per tutti.
Nel centro, invece, un intero piano è dedicato al relax, con cinque cabine oltre ad ambienti più ampi (esterni in terrazza o interni, con vaste vetrate panoramiche) per distendersi.

La scelta distributiva di separare la zona umida dalle sale relax non mi sembra particolarmente felice: nei percorsi umidi manca il momento in cui fermarsi e permettere al corpo di riprendersi dallo stress termico vissuto. È anche grazie a questo momento che riusciamo a percepire al massimo il benessere vissuto.
Lasciare alle persone la scelta di salire al piano superiore dopo un percorso wellness, per poi tornare, eventualmente, in vasca o al parco esterno non è una soluzione: finisce che le persone passano nelle aree relax solo alla fine della giornata ma, ai fini del benessere, non è corretto.
Non c’è nulla che porta a vivere il relax come parte integrante del percorso benessere. Peccato, perché con un po’ di attenzione progettuale in più, sarebbe stato possibile realizzare un complesso impeccabile.

RIFLESSIONI PROGETTUALI
Anche il progetto delle cabine relax mi sembra un’altra mezza occasione persa di fare un lavoro eccellente: la cura attraverso la quale il progettista ha voluto differenziare l’immagine delle varie cabine non si riflette nell’attenzione culturale al benessere delle persone.

Ad esempio, la stanza del sale è pura scenografia: perché?
Perché non approfittare per offrire alle persone qualcosa di più che una parete di sale retroilluminata quando i trattamenti con il sale rappresentano uno dei servizi più richiesti dagli ospiti? Non valeva la pena immaginarsi qualcosa di più?
Le aspettative di mia moglie sul poter approfittare dei benefici del sale sono state deluse.
Un’altra sorpresa è stata la sala relax con lettini ad acqua (bellissimi e comodissimi, un punto a favore) con una videoproiezione a soffitto sul quale – da non credere! – capeggiava al centro il rilevatore di fumo!

Meravigliosa, invece, la sala “Il cielo in una stanza”, un ambiente completamente bianco con sedute appese al soffitto e vista sulle montagne: difficile spiegare a parole la sensazione di benessere, completato con una musica ad hoc.

QUANTITÀ VS. QUALITÀ
Purtroppo, non è raro che, nel settore, si punti alla quantità piuttosto che alla qualità culturale: il pensiero diffuso è quello che una cabina in più, un servizio in più, una superficie maggiore portino ad un’offerta migliore. Invece, non è così! Non serve strafare per raggiungere l’eccellenza. Serve, piuttosto, far capire agli ospiti il vero cuore dell’offerta, dato dalla corretta distribuzione degli spazi e dalla loro caratterizzazione tramite un concept.

LA LOCATION
Al QC Terme delle Dolomiti la location vale il biglietto (insieme all’aperitivo…ma questa è un’altra storia): il parco esterno, con la vasca idromassaggio interno-esterno, è circondato da una scenografia naturale strepitosa; è sufficiente posizionarsi sulla chaise longue verso la montagna per percepire benessere puro. Mi immagino lo scenario invernale, con la vasca di acqua calda circondata dalla neve.

La gente va al QC Terme della val di Fassa per vivere una giornata di benessere in montagna; gli ospiti sono persone che hanno scelto la montagna per le proprie vacanze, estive o invernali, e che amano la montagna. Questa montagna è valorizzata dagli scorci ricercati attraverso le vetrate, le terrazze e il parco esterno, che esaltano il panorama naturale, ed è il punto focale di una progettazione che punta all’inserimento dell’edificio – costruito ex novo – all’interno del territorio, architettura sostenibile a basso impatto ambientale.
Ma di tutto questo l’ospite non è affatto consapevole e questo riflette il problema di comunicazione che affligge, più in generale, il settore del benessere e non solo.

Il concept dovrebbe essere esaltato da uno storytelling che conquista il cuore degli ospiti parallelamente a quanto rimangono affascinati dell’utilizzo del centro wellness.
Cosa ci possiamo inventare per questo scopo? Non è possibile pretendere che tutti gli ospiti abbiano letto, studiato (e capito) il messaggio tra le righe del sito web – quando è fatto bene.
L’ospite va accompagnato? Il concept va raccontato? Va spiegato all’arrivo?

In realtà, l’ospite dovrebbe trovarsi a vivere il concept senza tanti perché: un concept ben studiato dovrebbe “farsi capire” da solo, attraverso le soluzioni proposte, i materiali utilizzati, la successione degli ambienti e dei servizi e, in ultima battuta, attraverso una comunicazione specifica su cui l’ospite si imbatte senza dover pensare a nulla.

LEGGERE LA SPA
È facile per me leggere una SPA ed individuarne i punti di forza e le criticità. È parte del mio lavoro di consulenza progettuale quando sono chiamato a cercare di ottimizzare alcune situazioni, i percorsi o gli ambienti dedicati al benessere degli ospiti.
Per questo, da una giornata alla SPA nel QC Terme nascono tutti questi spunti di discussione da cui emerge il mio pizzico di rammarico che, con l’investimento fatto, si potevano raggiungere risultati ancora migliori.
Porre attenzione in ogni dettaglio, per la mia tendenza a cercare l’eccellenza, non toglie nulla al fatto che, in generale, l’esperienza nel complesso è stata sicuramente positiva: la consiglierei di sicuro.

COME REALIZZARE UNA SPA DI SUCCESSO
Al di là dei singoli servizi, è il risultato complessivo dell’esperienza dell’ospite a contare veramente. Se l’ospite ha passato una giornata piacevole, piena, spensierata, saltando da un servizio all’alto e godendo di tutti gli spazi del centro benessere…abbiamo fatto fiasco!

Ho già spiegato il perché nell’articolo “La dimensione ludica del benessere” parecchi anni fa, di cui riprendo un brano:

Quando si entra per la prima volta in un centro benessere, si rischia di prendere tutto come un gioco divertente: è bello passare da una doccia emozionale alla sauna, dal bagno turco all’idromassaggio; spingere tutta una serie di pulsantini per provare programmi, giochi d’acqua, di luci, di colori. Sembra di essere in gita scolastica alla Villette, “Cité des sciences” di Parigi, presi dalla frenesia di toccare tutti i bottoni possibili dei vari esperimenti per vedere che succede!
Come tutti i giochi, anche il centro benessere, se così interpretato, rischia di stufare molto presto: non si arriva ad apprezzare la proposta data dall’organizzazione dei percorsi o dalla successione delle attività perché non si avverte su sé stessi un miglioramento delle proprie condizioni. Attraverso un gioco non è possibile recuperare quell’armonia con il mondo, persa a causa delle preoccupazioni che ci accompagnano quotidianamente e che pensavamo di ritrovare entrando nel centro wellness

La chiave del discorso è proprio questa: il problema nasce quando non si avverte su sé stessi un miglioramento delle proprie condizioni, fisiche e, soprattutto, mentali.

Il centro benessere ha successo quando riesce a colpire talmente a fondo la sfera emozionale degli ospiti che il primo desiderio non appena conclusasi la giornata alla SPA è tornarci il più presto possibile. Ci si sente talmente bene – la maggioranza delle volte senza capire veramente perché – che il centro wellness diventa una droga positiva

“Non c’è niente di più importante che occuparsi del benessere dell’ospite affinché l’esperienza vissuta diventi talmente memorabile da costringerlo a volerla ripetere appena possibile, facendolo uscire ogni volta come una persona nuova, pronta ad affrontare il mondo con grande grinta”

Leggi anche “Drogarsi di benessere

Per questo motivo capire la vera cultura del benessere è così importante: l’ospite non capisce perché si sente così bene (e non importa che lo capisca) ma gli operatori, gli imprenditori, i consulenti e i progettisti devono essere assolutamente consapevoli di come far sentire l’ospite così bene. È per questo che si insiste tanto sulla correttezza dei percorsi, sulla successione degli ambienti, sull’atmosfera da ricercare, sui servizi e sull’offerta da presentare agli ospiti.

La vera progettazione dei centri benessere è tutta in queste righe: facciamone veramente tesoro!

E in bocca al lupo al QC Terme delle Dolomiti che, per quanto si possano ottimizzare certi aspetti, di certo è una realtà di alto livello qualitativo, ben al di sopra del livello medio delle SPA in Italia.


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