Hotel e Spa Design, nuove idee per ospitalità e benessere

NIENTE PIU’ LIMITI

Riflessioni di rientro dalla Design Week – Ho scelto di fare l’artista, dedicandomi all’hôtellerie, per poter esprimere tutta la creatività possibile nel settore di cui sono appassionato. Eppure, troppo spesso la professione è un costante percorso ad ostacoli in cui, invece di sentirsi liberi, ci si sente vincolati da un insieme di limiti, posti (o auto-imposti) da mille elementi diversi che condizionano la progettazione.
Quanti limiti ci poniamo nello sviluppo di nuove idee, nell’abbracciare soluzioni nuove o diverse, nell’affrontare problemi in maniera non convenzionale o anche, semplicemente, nel vedere le cose da un punto di vista differente dal solito, dallo standard così tanto diffuso?
È la mancanza di coraggio che, anche in hotel o nelle SPA, spesso ci spinge a fare come gli altri piuttosto che inseguire nuove intuizioni? La paura di seguire una strada non battuta?
Quanto siamo responsabili dei limiti che ci poniamo?

Niente più limiti

È una riflessione che mi porto a casa dalla Design Week di Milano, da cui torno anche quest’anno con le pile cariche: un’overdose di creatività con un’immersione intensiva nell’evento di design più importante del mondo – almeno una volta l’anno – è proprio quello che ci vuole per affrontare al meglio tutti i lavori in corso e quelli del prossimo futuro.

Uno sguardo libero sugli innumerevoli progetti di design dall’Italia e dall’estero mi hanno reso consapevole di quanto, durante il lavoro quotidiano, spesso ci auto-poniamo dei limiti che non dovrebbero esistere: invece di volare cavalcando l’ispirazione, ci affanniamo a combattere quotidianamente con le piccolezze che intralciano il cammino di un progetto!

Nella pratica, vuol dire focalizzarsi sul problema piuttosto che sulla soluzione, preoccuparsi del dettaglio prima di elaborare una visione generale o perdersi in mille cose senza dedicarsi agli aspetti più legati all’idea.
Mi si sono (ri)aperti gli occhi (e chiuso lo stomaco) quando, godendo delle proposte creative della Design Week, mi sono reso conto della differenza di approccio con la quotidianità del lavoro allo studio: possibile che tutto si riduca alla mera risoluzione dei problemi (che resta comunque una capacità fondamentale) piuttosto che sulla qualità del progetto?
Chi impone questi limiti? Il cliente? Il lavoro? Lo standard? La mediocrità che spesso ci circonda? Me stesso?

Finora ho considerato il concetto di “limite” come un aspetto negativo. Eppure, ne ho scoperto un significato particolarmente sorprendente.
Un paio di citazioni mi hanno fatto riflettere, le riporto di seguito:

Ognuno prende i limiti del suo campo visivo per i confini del mondo” Arthur Schopenhauer
Quanto è vero? Quant’è vero che, spesso, siamo noi che non riusciamo a vedere oltre il nostro naso? Spesso non scorgiamo le mille opportunità che scopriremmo facilmente se solo ci lasciassimo guidare da uno spirito diverso come, ad esempio, dalla creatività.
Pensiamo al progetto di un hotel: quante volte pensiamo che non ci possano essere soluzioni diverse solo perché fino ad oggi si è fatto sempre in un certo modo? E parlo di riqualificazione degli ambienti, di funzionalità, di immagine ma anche di servizi, di marketing o di comunicazione: il discorso può essere applicato in ogni ambito. Mi piacerebbe avere in merito il tuo punto di vista nei commenti, potrebbero uscirne riflessioni interessanti

Ad Albert Einstein è attribuita la frase: “Una volta che accettiamo i nostri limiti, li superiamo”.
Limite come punto di partenza per puntare molto più in alto, non come qualcosa che non si deve o non si può superare! Dipende da noi dare un significato di chiusura o di apertura al cambiamento. E questo, ovviamente, vale anche nel modo di interpretare il progetto di un albergo o quello di un centro benessere.

I limiti sono soltanto nell’anima di chi è a corto di sogni”. Philippe Petit
Che visione abbiamo dei nostri hotel e delle nostre SPA del futuro? Sicuramente, l’idea di tradurre nel concreto un sogno, da dedicare ai nostri ospiti, per il loro benessere.
Siamo a corto di sogni? Certamente no! E allora, perché ci poniamo limiti quando si tratta di decidere che strada seguire per riportare in un progetto soluzioni di alta qualità?
E, per favore, non ne facciamo una questione di budget…

Sono grato per i clienti che hanno abbracciato il mio modo creativo di interpretare il progetto. Come riporto anche nella mia mission: “il mio obiettivo è il successo dell’attività imprenditoriale, che dipende da quanto riusciamo ad incidere, insieme, sulla vita e sul benessere dell’ospite”.
Tornato dalla Design Week di Milano sono sempre più determinato a puntare all’eccellenza e questo mi porta a cercare sempre nuove opportunità per sviluppare le enormi potenzialità ancora inespresse nel mio lavoro.

LA MIA DESIGN WEEK 2023
Come ogni anno, mi piace segnalare gli eventi che più mi hanno colpito durante la Design Week. Tuttavia, anche quest’anno confermo le impressioni degli anni scorsi: ho trovato tanta difficoltà a tradurre le visioni progettuali proposte nei vari allestimenti. Continuo a pensare che la capacità di passare da un’idea ad una realizzazione non sia così scontato come sembra: è un esercizio che va allenato giornalmente nella progettazione.
Gli eventi sono stati tantissimi, impossibile vedere tutto. Nel giro che ho potuto fare, tra Salone del Mobile a Rho e il Fuorisalone, l’allestimento che mi è sembrato più in linea con il concept proposto è stato “Metropolis” di Fabio Novembre per IQOS.
Interessanti e molto eleganti anche “Apacheta” di Christian Mohaded per Loro Piana e “Mirage” di Noroo Design.
Al Salone del Mobile, lo stand di Gessi è stato uno di quelli che ho apprezzato di più.

È tornato il colore, non quanto speravo ma sicuramente in maniera più presente del solito. Già in tempi non sospetti ho scritto che ci aspetta un futuro più colorato, ma ancora c’è poco coraggio nell’applicare soluzioni che possano osare di più in questo senso. Tutto bello da vedere, ma quando si tratta di progettare il colore, ancora c’è grande timore.
Dovremmo prendere esempio dall’estero: ci sono alcuni Paesi che vivono letteralmente immersi nel colore; farebbe bene anche a noi, alla qualità dei nostri spazi di vita, all’allegria che apporterebbero nelle nostre vite, al benessere del nostro spirito.

Come ogni anno, grande soddisfazione per un evento così internazionale: per le strade di Milano abbiamo parlato inglese, francese, tedesco, spagnolo…
Come ogni anno, grande amarezza per un evento che, quasi, sembra più importante per il panorama internazionale che per noi italiani: dove sono stati i professionisti di casa nostra?

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1 commento

  1. Comdivido il suo pensiero, bellissimo articolo.!!!.. E’ proprio vero, i limiti non sono altro che barriere e filtri che ci creiamo nella nostra mente.
    Un saluto cordiale.
    Maria Vittoria

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