Hotel e Spa Design, nuove idee per ospitalità e benessere

UN CONCEPT (GRATIS)

Oggi ho deciso di presentare un’idea che, partendo dalla mia passione sul colore, mi è particolarmente cara: un concept (gratis) da condividere e mettere a disposizione per tutti.

Un concept (gratis)

Hotel Les Deux Gares, Paris

L’obiettivo è duplice: avvicinare chi è alla ricerca di un’idea particolare con la quale caratterizzare la propria struttura e che, in linea con questo concept, può trovare una strada da seguire e sviluppare.
Oppure, più in generale, presentare un esempio a chi vuol capire meglio come un’idea possa diventare il fil rouge di una struttura ricettiva e possa portare a quella differenziazione sul mercato senza la quale non può esserci futuro.

L’APPROCCIO AL PROGETTO
Ci sono architetti che scelgono di lavorare secondo un proprio stile, proponendo ai clienti un’immagine ben precisa, frutto del design che più amano. E ci sono quelli che, invece, cercano di interpretare il progetto in funzione dei gusti dei clienti, tradotti in progetti sempre diversi.
Io faccio parte del secondo gruppo: tutti i miei lavori sono differenti gli uni dagli altri perché interpretano le aspettative dei clienti, ovvero, nel caso dell’hôtellerie, lo stile del target di riferimento per ogni struttura.

È da qualche tempo, tuttavia, che ho in testa un’idea che mi piacerebbe applicare nella progettazione di un hotel e che sono convinto possa riscontrare un buon successo. Pertanto, mi sono deciso a fare questo post per rovesciare l’approccio, aprendo ufficialmente la ricerca del cliente che voglia sposare quest’idea specifica.

IDEE
Mi piacerebbe realizzare un Pop Hotel, coerente e innovativo e condito di un pizzico di surrealismo alla Wes Anderson.
Conoscete i film di Wes Anderson? Impossibile non conoscere almeno Grand Budapest Hotel, uno dei capolavori della cinematografia surrealista mondiale nonché uno dei film più noti a tutti gli operatori del settore alberghiero. Ne ho parlato anche in un articolo linkato qui sotto.


È in uscita il suo ultimo lavoro al cinema e, con l’occasione, a Roma è partita una rassegna cinematografica che ripercorre la sua carriera attraverso la proiezione dei suoi film: sto facendo una vera scorpacciata di creatività!

Leggi anche “Grand Budapest Hotel

LA DOMANDA ALLA BASE DI TUTTO
I colori saturi, un tocco vintage e situazioni portate così al limite da risultare incredibili – o magiche, a seconda dei punti di vista.
Non è la prima volta che questo stile ispira i designer in progetti in cui l’utilizzo di elementi bizzarri ha l’obiettivo di rompere la monotonia e l’ordinarietà. Nella foto, l’esempio del “The Pink Zebra Restaurant“, in India
Ma non è nella semplice copia che un concept assume un grande valore; la domanda alla base di un progetto è sempre questa: come interpreto queste caratteristiche nella creazione di un ambiente – o uno stile – che ne sia ispirato ma che le trasformi in qualcosa di assolutamente nuovo, vivo e contemporaneo, non banale, né anacronistico e tanto meno una sterile copia?
Questa sfida è alla base di qualsiasi progetto e di qualsiasi idea si voglia utilizzare per renderlo unico.

The Pink Zebra Restaurant, India

LE PAROLE CHIAVE
Dalla risposta a questa domanda, si traggono gli elementi principali di un concept, sottoforma di parole chiave (o meglio, di concetti chiave).
In questo specifico caso, che tanto mi sta a cuore, sul tavolo vi sono: colore, luce, follia, un punto di vista diverso dall’ordinario, allegria, spensieratezza, esplosione cromatica, coerenza dell’insieme, stravaganza nella giusta misura, sorpresa. Ne vogliamo aggiungere altre?

L’ambiguità di uno storytelling basato sulla sur-realtà rende incredibili – nel senso di non-credibili – alcune situazioni ma viene comunque ordinata in uno schema equilibrato che permette agli spettatori di seguire il filo, pur senza le certezze di punti fissi che, quotidianamente, scandiscono invece la loro “solita” vita.

DALLA VISIONE ALL’INTERIOR DESIGN
Fin qui, tutto molto filosofico, ma la mia visione va ben oltre: arriva a prefigurarsi un ambiente – un intero hotel – caratterizzato da questi tratti.
Paradossalmente, il colore è l’elemento più comprensibile di tutti: sembra facile pensare di contraddistinguere le varie aree di un hotel – da quelle comuni agli spazi privati delle camere – attraverso l’uso del colore. Eppure, è uno degli aspetti più delicati perché nell’interpretazione del concept non trova spazio né un approccio in stile Grand Budapest Hotel, né un’”arlecchinata”, con cui intendo soluzioni in cui è sufficiente l’uso di un mix di colori accesi – o fosforescenti – per presumere di caratterizzare qualcosa in maniera innovativa.
Basta metterci nei panni degli ospiti per capire che soggiornare in una struttura in cui l’uso del colore è eccessivo non rende l’esperienza particolarmente in linea con le esigenze di benessere: non si tratterebbe di autenticità, ma di un gioco cromatico fine a sé stesso.

SPUNTI
Un Pop Hotel deve partire dalla raffinatezza ed utilizzare il colore come uno strumento per trasmettere allegria agli ospiti e sorprenderli.

Un’immagine di Franck Gérard alla parete, l’uso di specifiche tavolozze di colori, coerenti tra di loro (e, magari, con la location), la scelta di simmetrie o di asimmetrie, oppure di simmetrie create con elementi asimmetrici (adoro fare questo!): il progetto specifico del colore diventa fondamentale per creare un insieme elegante e non un miscuglio di toni che nulla ha a che vedere con la traduzione del concept.

Vogliamo metterci, poi, degli elementi surrealisti? Facciamo entrare in gioco la sorpresa.
È come quando, guardando i film di Wes Anderson, viene da chiedersi: “Perché?”…ma la domanda non ha una risposta, e non ha bisogno di una risposta. Allo stesso modo, anche nell’interior design è possibile rovesciare i canoni semplicemente inserendo elementi che nell’immaginario delle persone non devono essere in quel posto.

Giocare con le illusioni, o meglio, con la percezione degli ospiti è uno strumento progettuale eccezionale: condurre lo sguardo degli ospiti verso una realtà diversa da quella che si aspetta il cervello per rendere la loro esperienza completamente imprevedibile e, soprattutto, unica.

Un approccio alla Leandro Erlich, artista in mostra a Milano con l’esposizione “Oltre la soglia” (assolutamente da visitare!): una vera esperienza sulla percezione che innesca una serie di riflessioni sullo spazio, sul mondo e sul ruolo che l’uomo occupa al suo interno.
Siamo davvero sicuri che la realtà sia quella che vediamo e che percepiscono i nostri sensi?

L’occhio viene ingannato al di fuori della logica, al di fuori della realtà immaginata con una diversa percezione: nulla è ciò che è, nulla è ciò che sembra. Percepiamo le cose perché crediamo che siano così: è l’evidenza di una visione attraverso i nostri preconcetti e stereotipi. E ci accorgiamo che parte di ciò che chiamiamo realtà è solo un costrutto sociale.”

Un approccio che porta alla privazione dei punti di riferimento fisici ed è questo che genera stupore e ci costringe alla relativizzazione della nostra posizione reale.

Che concept fantastico (me lo dico da solo…)! Nella mia visione, immagino già la forza che scaturisce nel tradurre queste idee nel design del Pop Hotel, un insieme di ambienti dedicati al benessere dell’ospite, unici e colorati.

DALL’ESEMPIO ALLA TUA REALTÀ
Quello appena sopra accennato non è solo la presentazione di una delle mie idee creative. È anche un ragionamento a voce alta per far capire come può essere sviluppato un concept, a partire da un elemento individuato come anima della struttura, come filo conduttore che lega tutti gli spazi e i servizi, fino a diventare strumento di comunicazione e marketing.
Risulta evidente l’importanza di non lasciare gli hotel a loro stessi come un mero susseguirsi di ambienti ordinari, per quanto eleganti, a cui manchi quel “pizzico” di vita che possa farli emergere nel marasma del mercato alberghiero.

È l’aspetto attraverso il quale il comparto ricettivo italiano può migliorare incredibilmente; ed è la mia mission, la mia “battaglia personale”, il mio contributo affinché l’hôtellerie continui instancabilmente la sua salita continua sulla scala della qualità.

Progetto Motel Ranch – Studio Stefano Pediconi

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