Entriamo nuovamente nel mondo della progettazione, passando per il tema più desiderato da tutti gli albergatori del mondo: come progettare la camera perfetta!
A dire la verità, è un titolo “rubato” ad uno degli incontri che si è tenuto all’ultimo Sia Guest di Rimini, a cui però non ho avuto il piacere di partecipare: sala piena e corridoio adiacente super-pieno di persone rimaste fuori, come me.
Ho strabuzzato gli occhi a vedere la calca fuori della porta e quando ho capito l’argomento per il quale la platea di albergatori si spintonava, il mio neurone ha cominciato a volteggiare e a riflettere…
TANTO INTERESSE PERCHÉ…
Non ci sono dubbi: la camera perfetta è il sogno di qualsiasi albergatore. Eppure, veder sgomitare le persone per entrare (sperando anche nel raddoppio miracoloso della capienza della sala) mi ha lasciato sgomento: vuoi vedere che gli operatori che non sanno che pesci prendere per realizzare una camera di hotel sono molti di più di quanto non immaginassi?
Ma…possibile che, ad oggi, ci sia più di qualcuno che cerca ancora la regola aurea per realizzare la camera perfetta?
NON ESISTE…ANZI SÌ
Istintivamente, ho subito pensato all’illusione di tutte queste persone alla ricerca della soluzione per realizzare la camera perfetta. La camera perfetta non esiste!
Poi, però, ho riflettuto meglio. È veramente così?
In fondo, la camera perfetta esiste eccome!
Esiste ma non è quella che tutti stanno cercando. Non esiste la camera ideale, non esistono delle regole tali che, seguendole pedissequamente, si riesca a realizzare la camera migliore del mondo.
Esiste la camera perfetta per ogni hotel, quella ideale per ogni specifica situazione: è quella che traduce il concept che la struttura propone (o dovrebbe proporre) all’ospite.
È quella che riesce a soddisfare – in termini di spazi e servizi – le esigenze della specifica clientela dell’hotel, che sono profondamente differenti caso per caso.
E questo lo sappiamo tutti ed è talmente ovvio che non mi capacito che ancora ci si affanni a trovare la camera “generica” perfetta. Non riesco a credere che ancora si cerchi qualcosa di preordinato per poter fare un “semplice” copia e incolla! Diffidate dalle guide che vi promettono regole valide per tutti!
TANTE CAMERE PERFETTE
Ogni hotel è profondamente differente dagli altri: immaginiamo, ad esempio, quanto la camera perfetta di un business hotel possa essere diversa da quella di un hotel per vacanze; quella di un albergo al mare da quella di uno in montagna o in una città d’arte.
Pensiamo alle differenze che devono avere camere di un hotel se a 3, 4 o 5***** oppure a quelle di una camera in stile classico da quelle in un hotel di design.
Sono solo gli esempi più banali di cui tutti siamo pienamente consapevoli.
Per questo motivo, ripeto il concetto: la camera perfetta esiste ma è quella perfetta per ogni singola realtà alberghiera.
Da questo ragionamento parte il lavoro progettuale per definire le caratteristiche della camera ideale per il proprio hotel, che si rivela, per certi versi, è molto più semplice di quello che sembri.
Individuare i tratti, i servizi, l’immagine della camera perfetta vuol dire partire da un’analisi profonda delle caratteristiche dell’hotel: location, target, tipologia, gestione, dimensioni ma, soprattutto, concept!
Se ancora ci sono tanti albergatori alla ricerca affannosa della camera perfetta è perché non hanno ancora capito l’importanza del concept come motore di tutta l’attività alberghiera. Eppure, nel 2022 si può veramente parlare di hôtellerie e competere sul mercato alberghiero senza un’idea di fondo alla base della proposta agli ospiti? Direi proprio di no!
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È ancora un argomento delicato. Pur essendo tutti ormai consapevoli dell’importanza di un’idea come filo conduttore ci si trova di fronte ad una duplice difficoltà: non solo è necessario essere in grado di capire su cosa puntare, ma bisogna anche essere capaci di tradurre questo concept in spazi e servizi.
Molte strutture sono riuscite ad individuare una caratteristica portante, spesso è evidente dalla comunicazione che troviamo sul web, a volte molto ben fatta. Poi, quando entriamo in hotel, ci troviamo di fronte ad una realtà che parla un’altra lingua, quella di un albergo come tanti, che ricade nello “standard”, magari anche elegante ma senza anima (differentemente a quello che ci avevano venduto).
Con un concept forte di partenza, delineare le caratteristiche della camera perfetta diventa molto più semplice di quanto si possa pensare. Ed è questo uno dei lavori che svolgo come Hotel Stylist, in supporto degli imprenditori e degli operatori: dall’idea al progetto, che diventa, poi, strumento di comunicazione e di marketing: un valore aggiunto di cui il settore ha veramente tanto bisogno.
Appuntamento al prossimo post per confrontarci più specificatamente sul concept: quale migliore occasione se non l’arrivo della Design Week per parlare di come applicare idee e creatività ai progetti di hotel e centri wellness?
E per tutti coloro che rifuggono il copia e incolla, “giochiamo” insieme nella valorizzazione dei punti di forza fino a delineare la vera camera perfetta! Ecco le 10 cose che posso fare per te.
APPENDICE: ALTRO CHE CAMERA PERFETTA!
Scrivo queste ultime righe giusto poco prima della pubblicazione del post, di ritorno dall’ennesima trasferta di lavoro e relativo soggiorno in un hotel. Parliamo di idee ma mi rendo conto che, ancora, esistono realtà alberghiere che sono lontane anni luce anche da camere decenti, altro che perfette!
Possibile che ancora in alcuni alberghi non ci si riesca a lavare le mani perché il rubinetto è attaccato alla ceramica? Oppure che la vasca si riempia senza la necessità di mettere il tappo? O, ancora, non vi sia l’ombra di un appendiabiti dove appoggiare un giacchetto?
Forse, allora, prima di parlare di camera perfetta, avremmo bisogno di calarci nei panni dell’ospite, che non cerca la perfezione ma avrebbe, quanto meno, diritto ad una camera confortevole e accogliente, a partire dall’attenzione a dettagli che, in realtà, non sono particolari trascurabili!
Tutti arrabbiati per quello che molti hanno definito il cattivo esempio del “maniacale” Bruno Barbieri in “4 Hotel” ma, se poi si cade sui fondamentali, forse è il caso di recepire qualche spunto…
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