Eleganza o carattere? Da che parte sta il tuo albergo? Da quale parte ritieni debbano stare gli hotel progettati al giorno d’oggi? Nella squadra di quelli in cui l’attenzione al dettaglio rende ogni spazio piacevole e confortevole agli occhi degli ospiti? Oppure in quella che sceglie più di incentrarsi intorno ad un’idea per caratterizzare i propri ambienti?
Parlando di hotel, mi rendo conto che – anche nei miei post – focalizzo spesso l’attenzione sulla differenza tra strutture di serie B e quelle di serie A: le prime sono quelle che nascono spontaneamente sull’onda del gusto di qualche imprenditore che si improvvisa albergatore; le altre sono quelle pensate, progettate e caratterizzate con una coerenza alla base di tutto.
Come Hotel Stylist, mi viene naturale evidenziare che solo grazie ad un attento lavoro progettuale si riescono a raggiungere risultati notevoli, che si riflettono nel conseguente successo sul mercato: una profonda differenza rispetto ad hotel che ancora si fondano su un modo superato e anacronistico di “fare (ed essere) albergo”.
Oggi, però, voglio parlare solo della parte del settore alberghiero di qualità, in cui prevale l’attenzione all’ospite, agli ambienti e ai servizi, a prescindere dalla categoria e dalla tipologia della struttura.
Prendo in considerazione la parte “buona” ed evoluta dell’hôtellerie e ne faccio un’ulteriore divisione, con l’obiettivo di mettere in evidenza, ancor più nel dettaglio, le caratteristiche che portano all’eccellenza.
Ho occasione di viaggiare molto per lavoro, e mi capita di frequentare alberghi di tutti i tipi. Mentre in Italia è frequente che mi rivolga ad hotel a carattere familiare (come sappiamo, l’Italia è il regno dell’hôtellerie di questo tipo, con le strutture di catena che non superano il 6% del totale), all’estero è più facile fare riferimento a strutture che fanno parte di qualche gruppo.
Stavolta lo spunto per questa riflessione è nato da un recente viaggio in Olanda.
EVOLUZIONE DELLE CATENE ALBERGHIERE
Sulle catene alberghiere e l’”evoluzione della specie” potremmo aprire un capitolo importante, tant’è che ne ho approfondito l’argomento in uno degli ultimi incontri organizzati da Wellness Design, in cui ho presentato un intervento sulle “Nuove forme di ospitalità”.
Il processo è molto interessante e parte dalla creazione dei vari brand (quelli storici in primis, alla metà del ‘900) e dall’obiettivo di offrire agli ospiti un “prodotto” riconoscibile, che conferisca loro la sicurezza di stare a casa pur essendo lontani da casa.
La cosa curiosa è il modo di raggiungere questo obiettivo, che cambia radicalmente nel corso del tempo in funzione di come gli ospiti vivono il mondo dell’hotel, delle esigenze che si trasformano, del tipo di servizi richiesti e da tanti altri fattori.
In breve, si è passati dalla grande standardizzazione – hotel quanto più possibile uguali, così che l’ospite, potesse trovare lo stesso ambiente familiare a Roma, a Parigi, New York o Mosca – all’estrema frammentazione dei brand – hotel diversi, pur preservando le peculiarità del marchio principale, per adattarsi alle molteplici esigenze delle varie tipologie degli ospiti (famiglie, giovani, businessman, ecc.) con una forte caratterizzazione e la differenziazione dell’immagine e dei servizi.
In questi ultimi anni sono nate strutture così particolari, per puntare a target estremamente specifici, che fanno di questo aspetto il loro grande punto di forza, risultando innovative, presentando ambienti freschi e contemporanei e, soprattutto, dimostrando un’attenzione all’ospite portata alla massima potenza.
Per fare questo, alla base di tutto è sempre e comunque un’idea forte, senza la quale non sarebbe possibile porsi in maniera così prepotente sul mercato; è il concept che rende queste strutture hotel di carattere: un successo!
Senza prescindere dalla qualità dell’offerta, la maggior parte delle strutture, però, continua a puntare su aspetti diversi. Sto parlando degli alberghi – pur sempre di serie A – che fanno dell’eleganza il loro biglietto da visita: ambienti curati in ogni dettaglio, scelta di materiali raffinati, di soluzioni studiate per rendere tutto armonico agli occhi dell’ospite, cura dell’illuminazione e “pulizia” delle forme.
Sia nelle aree comuni, sia nelle camere di questi hotel, tutto sembra essere al proprio posto e ad una corretta funzionalità degli spazi, si somma un’immagine estremamente elegante. I colori non sono mai eccessivi e regna l’armonia, che l’ospite percepisce sin dal primo sguardo.
È esattamente ciò che l’ospite si aspetta di trovare da un hotel di qualità.
Eppure, manca qualcosa: il carattere!
SUPERARE LE ASPETTATIVE DEGLI OSPITI
È chiaro che l’obiettivo di non deludere le aspettative degli ospiti deve essere rispettato sempre, al 100%.
Ma nel settore alberghiero, in un mercato in cui la competizione tra migliaia di strutture presenti sul territorio è particolarmente dura, non basta più rispettare le aspettative degli ospiti.
L’ospite va sorpreso!
L’ospite va stupito!
L’ospite va invitato in ambienti che non ti aspetti, non convenzionali, che suscitino emozioni, che lo inducano a vivere una vera esperienza, diversa da quella che può vivere quotidianamente.
Ben venga la qualità, l’attenzione al dettaglio e la cura di ogni angolo, ma per avere successo è necessario puntare all’eccellenza.
In ogni evento di settore, fiera, appuntamento, incontro, convegno, corso di formazione per albergatori, ormai sentiamo parlare sempre di “distinzione” o “caratterizzazione” come elementi imprescindibili per strutturare un’offerta di successo e per abbracciare le nuove esigenze degli ospiti.
Eppure, anche per le strutture di qualità non è così scontato riuscire a dare un’anima all’hotel, non è semplice lavorare su idee sempre nuove per rendere l’albergo unico.
BRAVO PROGETTISTA O HOTEL STYLIST?
Facendo queste riflessioni, mi rendo anche conto della differenza tra un bravo progettista e un progettista specializzato in hôtellerie, in cui ritrovo il mio lavoro di Hotel Stylist.
Ci sono vagonate di bravi architetti che progettano migliaia di buoni hotel in Italia e in tutto il mondo. Come mai, però, nel settore risuonano sempre i soliti nomi, tanto che sembra che la progettazione sia riservata solo ad un pugno di professionisti?
La differenza risiede proprio nel modo di sviluppare il progetto di un hotel: un conto è puntare ad una buona funzionalità e ad un’immagine elegante; un conto è porre un concept forte alla base del progetto.
Al mio studio non esiste progetto che non parta da uno studio di fattibilità finalizzato a trovare l’idea intorno alla quale incentrare tutta la progettazione, e non solo. È un lavoro da fare fianco a fianco con l’imprenditore che investe sulla struttura e con l’operatore che la gestisce, affinché il concept non si rifletta solo nella sistemazione degli spazi, ma diventi strumento di vendita, veicolo di comunicazione e base per tutta l’attività di marketing dell’hotel.
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Il concept è un’autostrada a quattro corsie che chi sceglie di puntare sulle idee può percorrere evitando l’intasamento della strada statale su cui si bloccano tutti coloro che non hanno il coraggio di evolvere e di cambiare il modo di pensare al proprio albergo.
Ritengo che il settore non sia ancora allineato a queste idee, spesso interpretate come un salto nel buio di un percorso non convenzionale, fuori della zona di comfort.
La terribile frase “ma si è sempre fatto così…” porta danni incalcolabili in una staticità che, a lungo andare, non porterà da nessuna parte.
Eppure, la paura del cambiamento, ormai, dovrebbe essere superata dall’evidenza di tutte quelle situazioni in cui, proprio grazie al coraggio di porre un concept alla base di tutto, si è palesato il successo, malgrado tutte le difficoltà e le crisi del momento.
Nella maggior parte dei casi, aver puntato “solo” all’eleganza rende ciechi sul cambio di marcia da fare per dare carattere alla propria struttura.
Sì, visto il livello degli hotel di serie B, probabilmente basterà l’eleganza per restare in serie A; tuttavia, è certo che serve carattere per vincere la competizione sul mercato!