Bello e impossibile: alzi la mano chi non ha mai ripreso il ritornello della canzone di Gianna Nannini (1986) in questi ultimi anni in cui siamo stati costretti a tirar la cinghia! Abbiamo dovuto imparare a riprogrammare i nostri ritmi di spesa e, tante volte, abbiamo preferito rinunciare a qualche acquisto per far fronte alle priorità del momento.
E se parliamo di albergo, il problema si trasferisce sull’impossibilità di fare adeguati investimenti orientati ad adattare spazi ed immagine alle nuove esigenze degli ospiti. Non è vero, infatti, che in hotel ogni piccolissima spesa moltiplicata per il numero di camere o per la grandezza degli spazi a disposizione, genera una grande somma?
Eppure, per le strade di Milano al Fuorisalone [2016 n.d.r.] o tra i padiglioni dalle fiera di Rho per il Salone Internazionale del Mobile concluso da poco, nel susseguirsi di ambientazioni di tutti i tipi, si fa strada un comune denominatore: tutte bellissime cose ma prepotentemente costose!
[Ti sei perso la kermesse milanese: guarda la mia photogallery]
Belle e impossibili?
Come è pensabile poter proporre in hotel, oggi, materiali (che siano lampade, arredi ma anche materiali da costruzione come pavimenti, rivestimenti, carta da parati, sanitari, rubinetterie, ecc.) tanto importanti quanto economicamente inavvicinabili?
Attenzione: stavolta ho già la risposta! La risposta che permette alle strutture ricettive di affrontare quella riqualificazione urgente e non più differibile di cui ha bisogno l’hotellerie italiana.
Già da qualche tempo, infatti, sto proponendo un nuovo approccio, quello dell’ Hotel Stylist, il cui lavoro è proprio quello di trovare un elemento chiave intorno al quale incentrare un intervento di ristrutturazione o di riqualificazione. Vuol dire lavorare sulla percezione che l’ospite ha dell’ambiente, nella hall quando entra in hotel, nella camera o in altri ambiti della struttura, e focalizzare l’attenzione su quello che l’ospite reputa veramente importante, concentrandovi gli sforzi progettuali ed economici. Ecco che, scelto un elemento (anche se costoso) per caratterizzare uno spazio in maniera accattivante ed emozionale, non ho bisogno di realizzare pareti o soffitti d’oro per gli altri angoli dell’ambiente.
[Leggi anche il mio post sul ruolo professionale dell'”Hotel Stylist” oppure l’approfondimento in “Hotel allo sbando“]
Anche se, in fondo, non c’è niente di difficile nel concepire un simile nuovo approccio all’hotel, il risultato non è così scontato: bisogna arrivare a capire veramente, con un occhio specializzato, i punti di forza da enfatizzare e quelli di criticità da eliminare, con l’obiettivo di arrivare ad un risultato che si deve armonizzare con l’immagine o le funzioni esistenti e deve portare ad un insieme assolutamente coerente. Altrimenti, il rischio è quello di destinare risorse a qualcosa che, alla fine, risulterà avulso da tutto il contesto, con un esito controproducente per l’immagine generale dell’hotel.
Un approccio diverso da quello tradizionale, sia dell’architetto, abituato a trasformare gli spazi con il progetto partendo dalla possibilità di intervenire a 360°, sia dell’albergatore, abituato a basarsi sulla propria esperienza ma che troppo spesso ricade in quell’improvvisazione che l’ospite di oggi non è più disposto ad accettare.
Che ne pensi? Non essere pigro, lasciami il tuo punto di vista nei commenti.
Sappiamo che il nuovo approccio non elimina i costi, ovviamente, ma permette comunque di gestire i primi interventi che potrebbero cambiare radicalmente le sorti dell’hotel.
Pensi sia troppo presuntuoso? No, non è così: non ti sei accorto che l’ospite oggi premia le novità, premia l’iniziativa, non solo il risultato finale ma anche l’intenzione di sviluppo e di crescita verso il futuro, anche a piccoli passi?
Questo si deve manifestare attraverso una rinnovata attenzione all’ospite e alle sue nuove esigenze di benessere e deve essere accompagnato da un mirato sistema di comunicazione e marketing.
È con questo obiettivo che l’hotel si attesta al passo con i tempi e si affaccia al futuro dimostrando voglia di qualità e aspirazione ad offrire sempre il meglio al proprio ospite.
Leggi anche “Il gioco dei ruoli“
2 commenti
Concordo con te Stefano! L’offerta dovrebbe essere progettata sul target di riferimento e l’approccio a 360gradi con l’ospite al centro credo sia una grande evoluzione, in positivo, di questa crisi. E io penso che l’albergatore si stia già orientando per un approccio di ottimizzazione dei costi. Non è più tempo per gli interventi in corso d’opera e quando ne nasce l’esigenza ma di progetti pianificati e programmati con obiettivi condivisi. Anche per gli step di attuazione. Il nuovo hotel è la realizzazione di un piano di marketing dove ogni ruolo e azione è “dentro” il progetto.
Autore
Grazie del tuo commento. Purtroppo è ancora necessario utilizzare il condizionale “dovrebbe essere”, perché riscontro che il nuovo approccio non sia così diffuso. Ma siamo positivi: vuoi perché ci si è scontrati con problemi sorti da un “vecchio” modo di affrontare le cose, facendone le spese, vuoi perché si è percepita la strada che porta al futuro, siamo in continua evoluzione.