Quanti anni mi date? Bé, con i social network in agguato c’è poco da nascondere, lo sanno tutti. Qualche giorno fa è stato anche il mio compleanno, la ricorrenza in cui tutti ti ricordano puntualmente che sei invecchiato di un altro anno.
Non c’è comunque bisogno di andare lontano: sono i figli la dimostrazione quotidiana del tempo che passa. Che bello vederli crescere, giorno dopo giorno, ma quando gli anni si susseguono (scanditi ancora meglio dai cicli scolastici) ti guardi allo specchio e pensi che se il tempo passa per loro, passa anche per te!
Piccole serpette quando ti guardano come fossi Matusalemme…non lo sanno, loro, che ho un’anima da Millennial?
Mi..che?
Millennial, quello della Millennials Generation. No, i miei figli, non sanno di far parte di questa “categoria” che racchiude i nati tra gli anni ’80 e i primi anni del 2000; possono essere giustificati, loro, che peraltro sono, a dire la verità, a cavallo tra la Millennials Generation e la successiva Generazione Z.
Ben più grave quando, invece, parlo agli albergatori, agli imprenditori, agli operatori degli hotel ma anche dei centri benessere e tutti cascano dalle nuvole!
Ma perché è così importante conoscere i Millennials?
Non è solo importante, è fondamentale conoscere le abitudini di questa larghissima fetta di utilizzatori dei servizi dei nostri alberghi o dei centri wellness (“la generazione più vasta di sempre: 2,3 miliardi, la metà della forza lavoro mondiale entro il 2020″ – Leggi anche “Baby-boomer, millennial, X, Y, Z: tu lo sai di che generazione sei?”).
Sono loro che viaggiano, figli di una globalizzazione che porta a muoverci sempre di più e ad andare sempre più lontani. Sono loro che oggi usufruiscono dei nostri hotel, loro che vedono nel benessere uno strumento per combattere lo stress quotidiano, accresciuto dalle delusioni inflittegli dalla situazione precaria della nostra attuale società.
Rappresentano una parte molto importante dei nostri ospiti, con le loro abitudini e le loro esigenze, nuove per un hotel che, concepito e rimasto alla “vecchia maniera”, spesso non è preparato ad ospitarli.
I Millennials sono i nativi digitali, sempre connessi, in simbiosi con i social network, tecnologici, interattivi con la realtà circostante (chi mi scrive qual è la prima cosa che chiedono entrando in albergo?). E sono da conquistare “combattendo” con le loro armi e sul loro terreno (web, internet, social), confezionando offerte che possano soddisfare le loro esigenze: un bacino di utenza sul quale si stanno concentrando in tutti i settori strategie di marketing ben precise e mirate ad indagare i loro bisogni per tarare le offerte. [Leggi anche: “Target Y, come cambia il marketing: vi presentiamo i Millennials”]
Perché in hotel vengono sottovalutati? E’ solo una mia impressione?
Non credo, come non sembra che, generalizzando il discorso, venga fatta particolare attenzione alle altre tipologie di ospiti.
Con l’Expo parliamo una lingua internazionale e ci lecchiamo i baffi al solo pensiero dei flussi di turismo dall’estero che, potenzialmente, sono in procinto di investire il nostro Paese. Eppure, siamo impreparati ad accogliere i turisti che ci raggiungono da tutte le parti del mondo.
C’è bisogno di studiare, di approfondire la loro cultura per poter far fronte alle loro necessità. Solo in questo modo saremo in grado di accogliere l’ospite nel migliore dei modi. Invece, quelle che sono abitudini diverse dalle nostre (che, essendo più occidentali riteniamo rappresentino la regola) vengono ritenute “stranezze”, utili a riempire di aneddoti i gruppi di albergatori di Facebook.
Eppure, conoscere il nostro ospite e pensare ai suoi bisogni vuol dire ampliare a dismisura le possibilità di entrare in un mercato sempre più selettivo ed esigente; vuol dire avere una freccia in più al nostro arco.
Anche in quest’ottica e con questi obiettivi il nostro settore ha bisogno di riqualificarsi, per far fronte alle nuove necessità e fare in modo che le presenze internazionali (che al momento premiano la Germania, a cui non abbiamo proprio nulla da invidiare!) possano aumentare, grazie anche ad una rinnovata consapevolezza che l’hotellerie italiana possa nuovamente diventare sinonimo di accoglienza e di qualità.
Una riqualificazione che parta dalla cultura, dalla formazione e dai servizi ed arrivi a coinvolgere la risistemazione funzionale di alcuni spazi, a partire dalla camera, affinché rispondano alle nuove esigenze degli ospiti, da quelle dei tecnologici Millennials ai sogni green di una larga fetta di mercato nord europeo, dal benessere che coinvolge emotivamente la totalità degli ospiti, alla ricerca di nuove esperienze emozionali, obiettivo odierno di tutti coloro che si affacciano in hotel, a prescindere dal motivo del loro soggiorno.
Sei d’accordo? Ti aspetto nei commenti!
Quanto è importante per te il concetto di ospitalità? Secondo me ti piacerà leggere anche:
Appendice: per fortuna, si comincia a porre l’accento sul concetto di ospitalità e ho trovato su altri blog qualche interessante lettura sul tema. Ve ne ripropongo i link:
- Come accogliere il turista cinese, a cura di Bit.NOW
- La qualità dell’accoglienza, a cura di Luisa Rellini – Hospitality Travel & Tourism Blog
2 commenti
Ciao,
Grazie per la condivisione del mio post. Sono lieta che sia stato gradito.
Complimenti per il tuo Sito, molto interessante!
Buona continuazione,
Luisa R
Autore
Grazie a te. Con questo blog sto cercando di sensibilizzare ad una maggiore attenzione a tutte le tematiche legate allo sviluppo di hotel e centri benessere, nell’ottica di alimentare il dibattito culturale e di crescita del settore verso un futuro più soddisfacente. Pertanto, è un piacere condividere articoli in linea con questo obiettivo.
A presto, ciao