Chi investe nel benessere è consapevole di essere il principale artefice del destino della propria impresa?
Per la realizzazione di un centro wellness non ci sono consulenti, operatori, architetti, ospiti o situazioni congiunturali che possano essere determinanti quanto l’approccio al progetto che l’imprenditore sceglie di seguire.
Sto per affrontare una tematica che mi risulta talmente ovvia che faccio fatica ad esprimerla. Pertanto, sin d’ora ringrazio chi vorrà condividere nei commenti le proprie riflessioni, perché mi piacerebbe capire insieme a voi perché la realtà delle cose è ben diversa da quanto sembra così scontato!
Oggi ci si trova di fronte ad una situazione disorientante: da una parte grandi potenzialità del settore del benessere che, rispetto ad altri, si è tenuto a galla malgrado le difficoltà della crisi; dall’altra, centri wellness, anche molto belli, che sono costretti a chiudere per evitare un salasso continuo, una voragine economica frutto di un’attività mai decollata.
Non c’è bisogno di elencare gli enormi aspetti positivi di un investimento nel benessere, quando la domanda è così alta come in questi anni. Qualsiasi imprenditore riesce a capire che laddove ci sono potenzialità del genere, non c’è da fare altro che gettarsi a capofitto. E non c’è altro settore in cui, sulla carta, l’investimento valga la pena come per il wellness.
E gli esempi negativi? Bisogna essere poco avveduti se in una situazione del genere gli altri non sono stati capaci di approfittare della situazione. D’altronde, un business plan mi permette, come per ogni altra attività, di ipotizzare che l’investimento si possa ripagare tranquillamente grazie al reddito generato dalle persone che non vedono l’ora di utilizzare il mio centro benessere: siamo tutti stressati, abbiamo bisogno di rilassarci e un bel percorso nella zona umida di ultimo grido e un trattamento rigenerante, fatto dai miei qualificati operatori, mi garantiscono la fila fuori dal mio centro benessere.
Caro investitore, mi dispiace, non è così. Non è così e nessuno te lo dice ! Anzi, non è così e tutti ti dicono che, invece, è proprio così che andranno le cose: grande richiesta di benessere + offerta = successo dell’impresa. Ahimè, quando l’offerta non corrisponde affatto alla domanda, l’equazione non è verificata!
E’ consuetudine affrontare un nuovo progetto partendo dall’ipotizzare attrezzature e tecnologie da mettere dentro uno spazio a disposizione. Sembra un processo ovvio, un approccio dal quale partire per realizzare la più elegante area benessere: non sarà vincente realizzare una bella e ampia zona umida con giochi d’acqua, luci e colori, e cabine nelle quali offrire i migliori trattamenti, magari proprio quelli che seguano i trend del momento?
La strada che porta all’auspicabile business nel benessere passa decisamente altrove!
Il successo di un centro benessere dipende dall’idea e non da quello che potrò inserire in funzione dei metri quadrati a disposizione: ecco la “mia scomoda eresia” che nessuno vuole mai sentire!
La profonda conoscenza del settore mi permette di suggerire un approccio completamente nuovo, che parte dal capire cosa vuole il tuo ospite e, ancora prima, a capire chi è il tuo ospite. Attenzione, proprio il tuo, non un fruitore generico: la persona che stai invitando ad entrare nel tuo centro wellness per prenderti cura del suo benessere.
Il benessere è fortemente soggettivo: come è possibile ipotizzare cosa inserire all’interno di uno spazio se non sappiamo a chi stiamo destinando l’offerta? Eppure com’è che quando parlo di caratterizzare un’attività come un vestito su misura sembro un marziano sceso sulla Terra?
Perché il potenziale cliente strabuzza gli occhi come se avesse visto un fantasma quando sostengo che l’approccio corretto ad un progetto passa obbligatoriamente per un’idea, che consenta alla nuova realtà imprenditoriale di distinguersi? Non è più una questione di superfici a disposizione ma di trovare il valore aggiunto, quel qualcosa di così particolare che possa rendere unica la struttura.
Il progetto parte necessariamente da qui: capire quale può essere la specificità della nuova realtà di benessere in modo da gestire l’attività, gli spazi e l’immagine affinché siano soddisfatte le vere esigenze dell’ospite. L’approccio non è convenzionale ma, pensiamoci bene, che si tratti di una spa alberghiera o di una day spa, quale altra strada permette di generare profitti se non quella che porta l’offerta a corrispondere alla domanda? Ecco il business!
Dare un anima e un senso al progetto attraverso un concept ha un valore e, inevitabilmente, rappresenta un costo iniziale, sebbene infinitesimale rispetto all’investimento; un onere corrispondente, molto semplicemente, al lavoro professionale necessario a sviluppare un’idea che riesca a tener conto di tutti i dati specifici e gli obiettivi della nuova realtà imprenditoriale da creare.
“Architetto, ma cosa dice! Un costo iniziale per l’idea? Perché? Le chiedo solo che ne pensa, prima di decidere se affidarle un incarico. Vede, quell’azienda là, ma anche un suo collega, mi stanno disegnando gratuitamente un layout per farmi capire cosa ne verrebbe fuori…”. Così si rovina il settore!
Ognuno è libero di scegliere come affrontare il tema e, per questo, ognuno è responsabile della strada da seguire per la propria impresa. Ma per salvaguardare un investimento, che notoriamente in questo settore ha molti zeri, bisogna essere disposti a fidarsi di un approccio diverso, ed impegnarsi affinché non debbano essere sperperati molti denari prima di capire di aver sbagliato tutto.
Non ci sono altri ingredienti che competenza, esperienza, professionalità e, soprattutto, creatività per elaborare una proposta concreta calibrata su ogni specifica realtà.
E’ vero che per qualsiasi realtà imprenditoriale è impossibile eliminare del tutto i rischi; è anche vero, però, che l’obiettivo dell’investitore è quello di minimizzarli e questo è possibile solo attraverso la profonda conoscenza del business che si deve affrontare e delle dinamiche che vi girano intorno. Essere consapevoli di questo sarebbe sufficiente ad evitare tanti buchi nell’acqua che stanno minando la credibilità di un settore così affascinante come quello del benessere.