Hotel e Spa Design, nuove idee per ospitalità e benessere

TENDENZE

Ritorno da Rimini – Hospitality Day, TTG, Sia Guest – con una valigia piena di nuovi spunti: grazie alla scorpacciata di appuntamenti su hotellerie e benessere, ho il piacere di riportarvi le tendenze del settore dedotte – come mia consuetudine – da una panoramica generale sul settore.
Foto Stefano Pediconi – IG @kitduncanphoto

Tendenze hotellerie e benessere      

E questo è il primo di tre articoli con i quali condividerò con tutta la community queste idee, affinché diventino suggerimenti concreti per chi vuole affacciarsi al futuro con la voglia di vincere: cosa porto a casa dall’Hospitality Day? E dal TTG e dal Sia Guest? Il terzo post, invece, sarà tutto progettuale, dedicato specificatamente alla camera di hotel…veramente da non perdere perché nasce da riflessioni nate da una situazione che mi ha sorpreso oltremisura, capitata tra un incontro e l’altro (e non anticipo oltre).
#staytuned

TENDENZE: NOVITÀ…O NO?
Innanzitutto mi permetto di sottolineare come il lavoro svolto insieme su questo blog negli ultimi anni stia portando ad incredibili risultati: con enorme soddisfazione, tutti gli incontri hanno confermato idee che abbiamo già messo sul nostro tavolo, grazie alla ricerca appassionata che siamo soliti fare proprio per tracciare la strada verso il futuro.
Questo vuol dire che se non sei ancora iscritto alla newsletter [nel box a destra], potrebbe essere interessante farlo ora per non perderti i nuovi contenuti: se finora abbiamo anticipato con successo i trend del settore, c’è un’ottima probabilità che potremo continuare a farlo. Per ognuno di noi, poi, si tratta di avere il coraggio di mettere in pratica certe idee ognuno nella propria realtà, per potersi guadagnare per primo un posto di privilegio sul mercato.

Entrando nello specifico, le prime bellissime parole chiave che hanno risuonato nelle mie orecchie sono state concept, unicità, comunicazione, storytelling, brand.
Concetti a noi stra-noti, ma da non prendere affatto in maniera banale: continuiamo ad insistere su questi valori non per annoiare chi già interpreta il proprio lavoro in modo professionale, ma perché quello che per alcuni è ormai così scontato, per la maggioranza rappresenta ancora un obiettivo non solo ancora da raggiungere, ma decisamente lontano.

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Si continua a puntare su ristrutturazioni che pretendono di sistemare funzionalità e immagine semplicemente lavorando su una ridistribuzione degli spazi o la riqualificazione degli ambienti.
Ma progettare un hotel è ben altra cosa: il progetto deve essere uno strumento che l’attività deve sfruttare appieno per porsi sul mercato con un’identità forte. Impossibile scindere la parte della riqualificazione degli spazi da quella della gestione dell’attività.
La realtà ci presenta innumerevoli situazioni in cui bellissimi hotel (nati senza alcun concept di fondo) diventano cattedrali nel deserto perché mancano anima e cuore: manca l’autenticità, la visione da trasmettere agli ospiti per farli innamorare della struttura, così che vogliano venire lì, solo lì e da nessun’altra parte!

Manca la fusione tra progetto e comunicazione: la parola “storytelling” non è diventata “di moda” per caso, ma perché rappresenta lo strumento collante di tutti gli aspetti.
Nulla ha senso senza un’interpretazione globale: le parti – progetto, comunicazione, marketing, ecc. – rimarrebbero isole galleggianti nel mare dell’attività imprenditoriale destinata al naufragio.
L’ospite giudica inconsapevolmente attraverso le proprie emozioni, riconoscendo quando una struttura riesce a presentare i propri valori in maniera estremamente coerente, rispondendo alle sue aspettative e, possibilmente, superandole.
La figura dell’Hotel Styilst è nata proprio per superare i limiti di un lavoro che, se svolto come una volta, resta così frammentato da non riuscire ad abbracciare le rinnovate esigenze degli ospiti.

Leggi anche “Hotel Stylist

L’importanza della comunicazione – su cui abbiamo insistito tantissimo in particolare nel periodo di lockdown – è emerso in tantissimi speech.
A Rimini ho partecipato all’incontro su “La comunicazione di valore nell’ospitalità di lusso” in cui Danilo Guerrini – Presidente di Relais & Châteaux – ha presentato la filosofia (e la conseguente traduzione pratica) del gruppo: vi ho ritrovato esattamente la visione che, con grande fatica ma con dedizione, cerco di trasmettere proprio attraverso il mio lavoro di Hotel Stylist. Nello specifico caso di Relais & Chateaux, tutto è legato dalla sostenibilità che supera i confini di “concept”, diventando un vero e proprio stile di vita su cui si incerniera l’attività di ogni dimora.
Storytelling a servizio dell’autenticità di ogni dimora. Ogni casa si apre per raccontare la propria verità, fuori dai cliché della comunicazione: gli stereotipi lasciano lo spazio alla lingua delle immagini, dei suoni e delle emozioni”…una frase che vale la pena citare per intero.

BENESSERE
Anche in questo caso, nulla poteva essere più gratificante che sentir parlare dei trend del settore, a livello internazionale, e ritrovare i concetti che “predichiamo” DA ANNI (è abbastanza evidenziato?)
Daniel Levine, analista (Avant-Guide Institute, New York) ha presentato i trend per gli ospiti in hotel, ed ecco il primo e più importante: “Travelers want wellness”.

Ma di che benessere parliamo? Benessere della persona!
Non solo SPA, ma qualcosa di molto, molto più evoluto: benessere abitativo – sostenibilità – comfort, qualità dell’aria, qualità della luce, benessere emozionale, spirituale e fisico.
Volevo alzarmi dalla sedia ed applaudire perché è riuscito a tracciare l’identikit del “benessere evoluto” su cui ci stiamo confrontando da lungo tempo.
Parliamo di SPA e di centri benessere del futuro quando abbracciano queste nuove esigenze degli ospiti e quando non si limitano a presentare percorsi in zona umida fini a sé stessi.
Siamo pienamente consapevoli di ciò di cui l’ospite ha bisogno, soprattutto – ce lo siamo detti mille volte – dopo la reclusione in casa degli ultimi anni. Ne siamo consapevoli appieno perché lo sentiamo sulla nostra pelle: il bisogno di recuperare il rapporto con la natura, di digital detox, meditazione, multisensorialità…ancora e ancora una volta come fossero grandi novità.
Eppure, mi guardo in giro e vedo solo vasche più grandi, saune più capienti, acqua e solo acqua, così come – stavolta tristemente – mi sono trovato a sentir “predicare” da qualche guru chiamato specificatamente a parlare di benessere a Rimini.

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Un ultimo accenno al connubio hôtellerie-Instagram. “Che c’entra con l’hotel design?”
Rispondo con un’altra domanda: non è ancora ancora chiaro il legame indissolubile che hanno progetto e comunicazione?
Del mondo di Instagram si è parlato in parecchi incontri: non si può negare la sua importanza in un settore – come l’hotellerie – in cui l’immagine ha un ruolo decisivo. Per questo, lo studio dell’immagine e la comunicazione generano delle opportunità che non sono mai state presenti in nessun altro periodo storico.
Non si tratta di un gioco, però. “Chi dice che Instagram è morto commette un grave errore di valutazione: la piattaforma non è semplicemente un “social” ma un vero e proprio business, ecosistema sociale in continua evoluzione” (cit. Dario Vignali – Marketers)

Guai a sottovalutare le potenzialità di uno strumento come Instagram, addirittura destinato a prendere il posto dei siti web per la capacità di costruire quelle relazioni con gli ospiti alla base del concetto di accoglienza.
Lo posso affermare con la certezza di chi sta sviluppando un lavoro sulla fotografia legata al mondo dell’hotel: nulla a che vedere con “belle foto di interior design”, ma come strumento per esplicitare il concept e l’identità di una struttura – hotel o centro benessere che sia – attraverso le immagini.

Vieni a trovarmi sulle mie pagine Instagram:
Progettazione: @hotelspadesign
Fotografia: @kitduncanphoto

     

Stavolta, all’Hospitality Day ho scelto di non ascoltare i professionisti del design e le soluzioni di cui, troppo spesso, già  ho riportato da tempo sulle pagine del blog, anticipando le tendenze. Eppure, resta l’amarezza che, per la maggior parte degli operatori, queste idee – da noi già masticate e digerite – sono un’estrema novità e si pongono come obiettivo da raggiungere nel prossimo futuro (meglio di niente…).
Sono invece un punto di partenza dal quale costruire un futuro che parli sempre più internazionale laddove, al momento, rispetto al nostro Paese sembra esserci una marcia in più orientata ad una migliore esperienza per l’ospite.

Nelle foto: 
Interno giorno – Studio Pepe
Self Peace Augmented Room – Davide Cumini Studio
Hotel in motion – Wellness 7.0
Your Mood – Vanda Venturi Architetti
Tailored Frames – Andrea Auletta Interiors

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